Hong Kong è stata la meta del mio primo espatrio asiatico, e finora il più lungo: tre anni e otto mesi in questa metropoli frenetica, folle, stancante e bellissima. Ho ricordi stupendi della nostra permanenza lí, nonostante i primi sei mesi siano stati durissimi…
Era il primo espatrio davvero lontano, in cui sapevo si sarebbe tornati a casa una volta l’anno, i ritmi lavorativi erano completamente diversi e durissimi rispetto a quelli europei, e dovevamo ricostruirci tutta una rete di amici. Eravamo soli, in pasto alla Tigre.
L’esempio che faccio sempre quando ne parlo e quando mi chiedono di Hong Kong è sempre lo stesso: avevamo un solo amico appena arrivati, che abitava lí. Due anni dopo, il 16 giugno 2013, ci sposavamo civilmente al Marriage Registry di Admiralty, e organizzavamo una festa con i nostri amici (in attesa del matrimonio religioso, che avremmo celebrato due anni più tardi): avevamo circa 70 persone che hanno brindato, gioito, cantato con noi quel giorno. Con la maggior parte di loro siamo ancora in contatto, li ricordiamo spesso nelle nostre conversazioni, fanno parte di quel vissuto straordinario.
Ecco dunque qualche consiglio, informazione per chi stesse per trasferirsi, o volesse farlo nel futuro prossimo: nonostante il periodo bellissimo passato in quella città, non tutti i punti sono positivi. Ovviamente, come sempre, come ovunque.
1- abbiate un bel pacchetto. Punto e basta. Hong Kong è una città carissima, e anche se il vostro stipendio vi sembra alto, informatevi bene sui prezzi prima di partire: potrebbe non esserlo, e una volta arrivati lí, la scoperta è amara. A mio modesto parere, almeno la casa e l’assicurazione sanitaria devono essere coperte dalla vostra compagnia. Gli appartamenti hanno prezzi da Monte-Carlo e il sistema sanitario è secondo solo a quello americano per costi. Scoprirete poi che alcuni prodotti di importazione sono davvero costosi, cosí come cenare fuori in ristoranti non cinesi (benché anche quelli abbiano ovviamente la loro fascia haut de gamme). Se vi state chiedendo “ma gli Hongkongers come fanno? ma molti guadagnano davvero poco!” sappiate che infatti spesso non se la passano bene. E no, voi non potete vivere come loro, abitare dove abitano loro, muovervi e mangiare come loro. Se avete bambini, informatevi più che bene: le scuole possono essere un salasso.
2 – preparatevi a lavorare molto. E quando dico molto, dico moltissimo. Perchè vi basti sapere che in alcuni settori non è neppure garantito il secondo giorno di riposo settimanale. Prima di firmare un contratto, controllate anche il numero di Annual Leaves: perché alcune aziende ve ne danno davvero pochi (e 12 giorni all’anno vi bastano appena per tornare a casa una volta, impedendovi di fare qualche breve viaggio asiatico, alla scoperta di questo continente immenso).
3 – non montatevi la testa: probabilmente a Hong Kong guadagnate di più che in Italia, magari avete una bella posizione e un appartamento con una bella vista, o in una zona expat, una maid filippina che per poche centinaia di euro al mese si occupa della casa e dei bimbi, ma tenete sempre a mente che i ricchi, qui, non siete voi.
4 – viaggiate! Hong Kong è uno dei grandi hub asiatici, e avrete voli diretti per qualsiasi destinazione! Approfittatene soprattutto se sapete che tornerete in Europa nel giro di qualche anno: in 4/6 ore di volo eccovi Bali, Filippine, Thailandia, Vietnam, Cambogia…
5 – se siete una moglie/marito con Dependant Visa, approfittatene! Hong Kong è uno dei rari paesi in Asia dove con questo visto (il classico per mogli e figli, per capirci) potrete lavorare senza neppure bisogno di passare per l’Immigrazione. Ho visto molte persone reinventarsi, trovare nuovi sbocchi e stimoli in questa città cosí attiva, palpitante, complice la grande semplicità nel lavorare da free-lance, fondare una compagnia, e una pressione fiscale molto bassa se paragonata a quelle europee. Hong Kong non vi regala niente, mai, ma se siete in gamba e lottate per quello che volete, vi ricompenserà.
6 – abituatevi al caos ma anche al verde e alla natura: quel caos che, appena arrivata a Tokyo, da tutti descritta come immensa e brulicante, mi sono guardata intorno chiedendomi “ma la gente dove sta?” A Hong Kong non c’è mai buio e mai silenzio. A meno che non andiate fuori, in uno dei tanti parchi e reservoir: se nel centro troverete una giungla urbana dove la gente vi spinge per correre da tutte le parti, poco fuori città vi attendono spiagge e percorsi di hiking, per ristabilire, almeno nei giorni di riposo, un po’ di contatto con un ambiente più sano e tranquillo.
Insomma, queste sono le cose che mi sento di consigliarvi… questa città-stato mi ha dato una grande crescita professionale e personale, amici e amiche che sono nel mio cuore, esperienze indimenticabili, ma, anche se rimane una meta di espatrio ambita, non va sottovalutata.
E se state per partire, salutatemi il più bello skyline di sempre. Enjoy HK!
(Ps: la foto in evidenza risale alla mia ultima settimana a Hong Kong prima del trasferimento in Giappone. Sono i laccetti gialli che i manifestanti della Umbrella Revolution annodavano ovunque, simbolo della protesta. Per me questa foto ha un grande significato, in quanto mi bastava affacciarmi alla finestra per vedere, per giorni, l’accampamento pacifico dei militanti. Hong Kong certe volte sa mostrare la sua anima)